Chi è il logopedista? E di cosa si occupa?
Il logopedista è il professionista sanitario che si occupa della prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi della voce, della comunicazione, del linguaggio, dei disturbi cognitivi e dell’apprendimento in età evolutiva,
adulta e geriatrica attraverso la valutazione, il bilancio, la programmazione, l’elaborazione e la verifica di programmi riabilitativi individuali.
Il logopedista, dunque, è lo specialista che si occupa della “educazione della parola“, della comunicazione scritta e orale, della prevenzione e della cura dei problemi legati all’uso del linguaggio. Il principale compito è quello di rieducare le persone a parlare in modo corretto, eliminando difetti di forma o veri e propri disturbi del linguaggio. Le sedute dedicate ai bambini sono molto divertenti. Lo specialista avvicina il piccolo tramite lo strumento del gioco e la collaborazione dei genitori, che possono partecipare alle sedute e apprendere gli esercizi per poi aiutare il bimbo nel recupero.
Quali sono i disturbi del bambino per cui i genitori dovrebbero rivolgersi ad uno specialista?
Se si nota che Il bambino manifesta alcuni problemi: una volta imparato a parlare, dopo i due anni, i genitori potrebbero accorgersi che i loro piccoli hanno difficoltà a emettere correttamente alcuni suoni o invertono le sillabe. Soprattutto le lettere come la s, z, gl, gn creano problemi non indifferenti. Poi c’è l’alterazione dei suoni, ovvero la riproduzione errata. Alcuni hanno difficoltà a parlare: non chiudono le frasi correttamente o fanno fatica a esprimere i concetti. Le problematiche in età evolutiva riguardano prevalentemente i ritardi dello sviluppo del linguaggio, i difetti di articolazione, di pronuncia, la povertà lessicale e di strutturazione della frase, le disfluenze, i problemi di voce, la deglutizione deviata legata a malocclusioni dentali, le difficoltà nell’apprendimento della letto scrittura, i disturbi sensoriali legati all’udito.
Alcuni di questi piccoli disturbi spariscono con la pratica. Se però notate che sono duraturi allora contattate uno specialista.
In caso di balbuzie, ad esempio, l’intervento dello specialista è d’obbligo perché difficilmente questo problema svanisce. Il logopedista con esercizi mirati aiuta il bambino a controllare queste esitazioni, che spesso nascondono problemi legati alla comunicazione. Talvolta, nei casi più complessi, non basta questo tipo di terapia. In questo caso non temiate giudizi, contattate uno psicologo. Infine il disturbo più grave: l’autismo.
Non sempre viene diagnosticato, soprattutto quando i bimbi sono molto piccoli, spetta ai genitori essere vigili. Siate attenti alle reazioni di vostro figlio: se ha difficoltà a stabilire comunicazioni, sfugge allo sguardo e ha problemi a mantenere l’attenzione, oppure non esprime concetti definiti ma ripete solamente le frasi. In tutti questi sintomi, potrebbe nascondersi l’autismo. Consultate un logopedista che potrà, prima di tutto, capire se i vostri dubbi sono fondati e poi aiutare il bambino a creare un ponte per comunicare.
La logopedia viene spesso ed esclusivamente associata al ritardo del linguaggio o ad uno sviluppo deviante di questo, principalmente in età evolutiva prescolare.
In realtà, questo tipo di trattamento, è rivolto sempre più, a quei bambini che, pur avendo già intrapreso il proprio cammino scolastico, manifestano a poco a poco difficoltà sempre maggiori rispetto ai coetanei.
Una scarsa coordinazione grafo-motoria ed oculo-manuale, un mancato orientamento, una carente integrazione spazio-temporale e l’incapacità di eseguire correttamente le numerose attività quotidiane, sono tutte forme che potrebbero, a lungo andare, evolversi in un disturbo dell’apprendimento vero e proprio.
Per questa ragione, è opportuno che questi “compiti”, come altri, vengano costantemente stimolati e incanalati dall’adulto, sia esso il genitore, l’insegnante o l’educatore.
La diagnosi di disturbo dell’apprendimento viene eseguita solo al termine del secondo anno di scuola primaria, anno in cui in cui tale disordine diventa più evidente (grazie all’ esposizione della letto-scrittura), nonostante sia però, già presente dalla nascita e legato a disfunzioni del sistema nervoso centrale. Solitamente, sono le maestre, durante le attività scolastiche, ad avvertire le prime difficoltà e disagi nel bambino. E’ loro dovere quindi, informare il genitore al più presto per fargli prendere contatto con il Neuropsichiatra Infantile, colui che si occuperà della vera e propria diagnosi, sulla base della quale il logopedista opererà da quel momento in poi.
Non dipende quindi ne dal contesto socio culturale in cui il bambino è inserito, ne dal tipo di insegnamento ricevuto. Da sottolineare inoltre che i bambini con disturbi di apprendimento, hanno un quoziente intellettivo nella norma e tutte le abilità, escluso quella deficitaria, presentano uno sviluppo regolare.
In particolare, quando si parla di Disturbi Specifici dell’ Apprendimento (DSA), ci si riferisce alla dislessia, della quale si è già superficialmente trattato in passato, la disgrafia, la discalculia e la disortografia. In presenza di questi, il logopedista, non solo definisce un piano di trattamento al quale attenersi, ma principalmente propone al bambino degli strumenti compensativi, con l’ obiettivo primo di facilitare l’abilità deficitaria.
In cosa consiste la visita? Quanto tempo dura la prima seduta? Qual’è la durata totale del ciclo di visite?
La prima visita logopedica mira alla definizione del problema del bambino, al counseling informativo e prescrittivo ai genitori per instaurare un’alleanza terapeutica indispensabile al trattamento e alla programmazione dell’intervento riabilitativo. Le sedute logopediche durano circa 50 minuti , ed il ciclo di terapie varia in base alla patologia riscontrata con verifiche e obiettivi periodici.
Come impara il bambino a correggere le sue lacune?
Gli strumenti utilizzati dal logopedista durante la riabilitazione sono di tipo ludico, soprattutto in età prescolare, con oggetti, giocattoli, giochi strutturati, immagini e tutto ciò che può attirare l’interesse del bambino, naturalmente adattati in base all’età ed alle sue capacità cognitive. Nel trattamento dei DSA il logopedista si avvale di materiali strutturati, come schede di recupero ortografico, flashcards e tachistoscopio per il potenziamento della lettura, regoli, pallottoliere, linea dei numeri per favorire il calcolo, computer e strumenti informatici specifici (software).
Il Neuropsichiatra Infantile è il medico specialista che si occupa delle patologie neurologiche e psichiatriche dell’età evolutiva e dell’inquadramento diagnostico dei ritardi e disturbi dello sviluppo nella prima infanzia (ritardi psicomotori, disturbi pervasivi dello sviluppo, disturbi della comunicazione e della relazione, disturbi di linguaggio, disturbi della regolazione, disturbi complessi). Al Centro “FeliceMente”, in particolare, il Neuropsichiatra Infantile svolge il compito di coordinare all’interno dell’equipe del Centro i percorsi di diagnosi e cura per i casi più complessi ed è consulente per la formulazione della diagnosi nei disturbi specifici di apprendimento.
Com’è strutturata la visita del Neuropsichiatra Infantile?
Il Neuropsichiatra Infantile accoglie la famiglia e nella prima visita valuta ed inquadra le difficoltà del bambino e le richieste dei genitori.
La prima visita ha una durata compresa tra i 60 e i 90 minuti ed avviene in presenza del bambino e dei genitori. Vengono raccolti i dati anagrafici e la storia del bambino, rispetto alle tappe dello sviluppo motorio, linguistico, cognitivo, relazionale e rispetto al percorso scolastico. Vengono valutate le patologie pregresse e gli eventuali accertamenti eseguiti in precedenza. Nel corso della prima visita vengono osservate le modalità di interazione, di gioco spontaneo e la risposta del bambino alle attività proposte. Si esegue l’esame neurologico (a seconda dell’età e della collaborazione del bambino) e si propongono alcune prove strutturate che variano a seconda dell’età e delle difficoltà presentate.
Al termine della visita viene condiviso con i genitori l’esito della consultazione ed il successivo percorso di approfondimento diagnostico, indicando gli eventuali accertamenti medici ed i servizi offerti all’interno del Centro Medico.
Nelle visite di controllo si valuta l’evoluzione complessiva e si verifica l’esito degli eventuali interventi proposti.
Il Neuropichiatra Infantile è disponibile anche per valutazioni di sviluppo cognitivo nell’età prescolare/scolare e per colloqui con i genitori/insegnanti.
Cos’è la Neuropsicomotricità Infantile?
La psicomotricità infantile consta di un insieme di attività che utilizzano il GIOCO e il movimento corporeo come strumento per accompagnare e sostenere lo sviluppo evolutivo del bambino, facendo emergere la sua interiorità e le sue capacità nell’azione spontanea.
Il neuropsicomotricista dell’età evolutiva è una figura professionale che svolge, all’interno della fascia evolutiva 0-18 anni, interventi di riabilitazione, abilitazione e prevenzione dei disturbi dello sviluppo. Il compito del neuropsicomotricista è quello di eseguire un intervento “globale”, considerando ogni fascia d’età, l’equilibrio complessivo, l’integrazione di tutte le funzioni e l’interazione tra evoluzione della patologia e stadio di sviluppo. L’intervento neuropsicomotorio si basa su una valutazione iniziale, dove viene delineato il profilo fisiopatologico del bambino, per poi attuare un programma terapeutico individualizzato.
A chi è rivolta la terapia neuropsicomotoria?
Ai bambini che, dopo essere stati attentamente valutati, presentano:
Disturbi dello sviluppo (ritardo, iperattività, disturbi dell’attenzione) e disturbi di apprendimento (ritardo, disgrafia)
Disturbi neurologici
Disturbi della coordinazione motoria (disprassia evolutiva)
Ritardo psicomotorio e cognitivo
Disturbi pervasivi dello sviluppo (disturbo dello spettro autistico) e disturbi della regolazione emotiva-comportamentale
Disturbi sensoriali e disturbi neuromotori (paralisi cerebrali infantili, distrofie, paralisi ostetriche, ect.), sindromi genetiche.
Quale differenze esiste tra il Neuropsicomotricista infantile e lo Psicomotricista?
Il neuropsicomotricista è un operatore sanitario dell’area della riabilitazione, svolge il suo ruolo nel settore sanitario operando nell’ambito della prevenzione, attraverso interventi di tipo clinico-terapeutico, in enti pubblici e privati, con sedute di terapia individuale o di piccolo gruppo rivolta a bambini con disturbi dello sviluppo. Si tratta di un intervento globale, rivolto non solo al deficit ma anche all’integrazione delle competenze emergenti e atipiche.
Lo psicomotricista è un operatore socio-educativo che opera in contesti educativi come la scuola o centri territoriali, pubblici e privati, svolgendo attività rivolte al benessere dell’infanzia, rivolgendosi a tutti i bambini ed è orientato ad attivare il suo potenziale evolutivo. Prima di intraprendere qualsiasi percorso terapeutico e riabilitativo è sempre importante un’accurata diagnosi, effettuata ESCLUSIVAMENTE da professionisti. Forniamo, di seguito, delle indicazioni che devono essere lette SOLO come eventuali campanelli di allarme, per comprendere se necessario rivolgersi ad un esperto.
Tra i più comuni Disturbi dello sviluppo offriamo indicazioni per individuare segnali per i seguenti disturbi.
1. Disturbo dell’attenzione e/o dell’iperattivita’:
– Difficoltà a mantenere tempi di attenzione prolungati o diversi dai coetanei, disorientamento, passare ad un’altra attività senza aver completato la precedente;
– Scarso controllo dell’intensità di voce e non saper aspettare il momento opportuno per intervenire;
– Sono sempre in movimento con un eccessivo livello di attività motoria o vocale;
– Difficoltà ad inibire un comportamento inadeguato
– Scarsa organizzazione nella gestione del materiale didattico e del lavoro autonomo;
– Difficoltà nelle attività di motricità fine;
– Scrittura disarmonica e irregolare sia nei margini sia negli spazi;
– Gesto disgrafico con postura e presa dello strumento grafico scorretto (impugnatura sbagliata);
– Velocità della scrittura non adeguata all’età;
– Difficoltà a scrivere i numeri, all’incolonnamento delle cifre, nel disegnare figure e grafici.
2) Disturbo della coordinazione motoria
– Bambino goffo e impacciato
– Difficoltà nelle attività bi-manuali e di coordinazione (tagliare con le forbici, esercizi aereobici);
– Scarso equilibrio e scarso controllo della postura;
– Difficoltà ad organizzare lo spazio del foglio, del banco e dell’armadietto;
– Difficoltà a scrivere in stampatello e/o lo fa in tempi molto lunghi;
– Difficoltà grossomotorie (correre, saltare, gioco con la palla, saltare una corda) e fine motorie (allacciare le scarpe, infilare le perline, abbottonare);
3) Disprassia
– Difficoltà nell’apprendimento;
– Disgrafia;
– Lentezza nell’esecuzione dei compiti e raggiungimento di alcuni obiettivi;
– Difficoltà nel disegno;
– Confusione della lateralità;
– Goffaggine e posture inadeguate;
– Problemi di consapevolezza del tempo e scarsa cognizione dei pericoli
– Difficoltà nelle discipline dove è richiesto l’uso del linguaggio accurato;
– Difficoltà di copiatura e di elaborazione scritta;
4) Disturbo pervasivo dello sviluppo
– Importante isolamento;
– Assenza o anomalie del linguaggio;
– Interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati;
– Importante resistenza al cambiamento;
– Stereotipie motorie, manipolazione limitata, contatto e inseguimento visivo assente o discontinuo, non predilige giochi grosso motori (gioco con la palla).
5) Ritardo dello sviluppo motorio:
– Rallentamento o assenza di sequenze motorie inadeguate all’età cronologica;
– Difficoltà nell’organizzazione posturale;
– Disorganizzazione nelle attività grosso-fine motorie.
Il centro “FeliceMente” è costituito da un’equipe di neuropsicomotricisti specializzati in Grafomotricità.
Rieducare la scrittura non significa effettuare un semplice recupero della funzione scrittoria. Bisogna preparare il terreno per permettere alla scrittura di svolgere il proprio ruolo di strumento di comunicazione e di elemento rappresentativo della personalità. Si tratta di un percorso creativo ed individualizzato che aiuti a stabilire o ri-stabilire i presupposti essenziali per un corretto sviluppo del gesto grafico, comprende:
- Esercizi per il rilassamento muscolare e la motricità in generale,
- Tecniche pittografiche e scrittografiche, tra cui il metodo di Robert Olivaux,
- Interventi sulla postura, sulla tenuta dello strumento scrittorio e sulla respirazione,
- Lavoro sulle strutture ritmiche, sull’organizzazione e sull’orientamento spaziale.
Una rieducazione ben condotta può portare dei benefici effetti anche sul piano relazionale, comportamentale e/o scolastico, consentendo una evoluzione psicologica più profonda, migliorando il controllo emotivo in caso di stress e rinforzando il potenziale del soggetto, attraverso la scoperta o la ri-scoperta del piacere di scrivere.
Ogni individuo è come un albero: ha delle radici, che rappresentano le proprie origini e danno linfa per nutrirsi; hanno un tronco che ne definisce l’identità e gli fornisce sostegno; hanno i rami e le foglie, che stagliandosi in cielo lo connettono al mondo, accogliendo gli uccelli, suoi ospiti.
Ogni albero è unico ed ha il proprio percorso di crescita ed evoluzione: alcuni rami a volte possono attorcigliarsi, prendere una direzione indesiderata, piegarsi con il vento, le foglie possono cadere, ma anche ricrescere più forti di prima.
Anche nella vita di ognuno possono presentarsi alcuni ostacoli o difficoltà, situazioni che provocano sofferenza o disagio… un percorso psicologico può aiutare a superarli riscoprendo le proprie risorse e migliorando la qualità della propria vita!
I percorsi sono rivolti a:
- Individui: quando in alcuni momenti della propria storia di vita ci si può trovare di fronte a situazioni problematiche, una sofferenza che si fatica a comprendere e momenti in cui prendere delle decisioni e affrontare un cambiamento sembra difficile…
- Coppie: a volte le difficoltà nascono all’interno della coppia, dove le difficoltà di comunicazione, le incomprensioni e i conflitti, creano un muro che sembra invalicabile…
- Le coppie affrontano anche un’altra sfida.., essere genitori! La genitorialità è un percorso in continua evoluzione…i figli crescono, cambiano… e insieme a loro anche la relazione si trasforma… affrontare tali cambiamenti a volte è difficile e confrontarsi con uno specialista può aiutare a gestirli…
- Famiglie: alcuni eventi, come lutti, perdite di lavoro, malattie, separazioni, possono destabilizzare l’equilibrio familiare… un percorso psicologico può aiutare a riorganizzare le risorse di tutta la famiglia per affrontarli insieme!
Modello terapeutico:
Nell’approccio sistemico-relazionale, la persona non viene considerata come individuo isolato, ma pensata come immersa in un ambiente fatto di relazioni ed interazioni; viene superata l’idea che la vera essenza dell’uomo si identifichi con qualcosa di “interno” e di separato da tutti gli altri individui.
Secondo tale orientamento, infatti, l’essere umano non soltanto ha bisogno degli altri per vivere, crescere e riprodursi, ma non è in grado neppure di pensare o di sentire in solitudine. Le emozioni, come i pensieri, i costrutti mentali sono costruiti in un dialogo fatto di gesti, di contatti fisici, ancor più che di parole, con gli altri. La mente non coincide con il cervello, i processi mentali, la conoscenza si sviluppano nell’ interazione e nel dialogo.
Le competenze, la flessibilità, l’ascolto e l’approccio globale, orientato al benessere e al cambiamento, che caratterizzano il nostro approccio, favoriscono lo scioglimento di problemi individuali, di coppia e familiari.
Un ulteriore strumento impiegato è la terapia EMDR: una tecnica strutturata che facilita il trattamento di diverse problematiche e patologie legate ad eventi traumatici o ad esperienze emotivamente stressanti, impiegata inoltre per potenziare le risorse e affrontare le sfide della vita quotidiana.
Servizi offerti e problematiche affrontate:
- Conflitti familiari
- Conflitti e difficoltà nella coppia
- Difficoltà legate all’infanzia e all’adolescenza
- Supporto psicopedagogico
- Supporto e sostegno alla genitorialità
- Supporto e sostegno alla maternità
- Disturbi d’ansia
- Disturbi depressivi
- Disturbi psicosomatici
- Disturbi ossessivo-compulsivi
- Disturbi alimentari
- Disturbo da stress post-traumatico
- Problematiche lavorative
- Dipendenze
- Disturbi di personalità
Per informazioni o richiedere un appuntamento:
346-8746381
I software compensativi consistono in un insieme di programmi informatici, supportati dal pc, che a diverso livello compensano i disturbi di scrittura, attraverso specifici ambienti di studio ed editor di testi (per la disgrafia e disortografia), di lettura attraverso una sintesi vocale (per la dislessia), di calcolo attraverso una calcolatrice parlante (discalculia).
Il nostro intervento si sviluppa attraverso incontri individuali personalizzati in cui inizialmente valutiamo il tipo di software più adatto alle caratteristiche, alle esigenze e al disturbo/difficoltà del ragazzo.
Successivamente si fa conoscere lo strumento e le sue caratteristiche al fine di renderlo un mezzo familiare di lavoro per lo svolgimento dei compiti e per lo studio.
Lo scopo non si esaurisce nel semplice addestramento all’uso dello strumento ma è quello di metterlo al servizio delle abilità delle caratteristiche e delle competenze del ragazzo.
Durante il percorso con i ragazzi e’ fondamentale che si sviluppi, per rinforzare gli apprendimenti degli strumenti, un lavoro anche a casa e a scuola.
In questo senso si concorda con genitori ed insegnanti una linea di lavoro coordinata, per ottenere il massimo risultato rispetto alle conoscenze tecniche da apprendere.
Secondo la legge in vigore i software compensativi possono essere usati a scuola, all’interno del Piano Didattico Personalizzato (PDP) che ogni ragazzo con DSA e BES ha diritto, per legge, ad avere.
È possibile altresì il potenziamento di chi ha uno stile visivo non verbale o uditivo (come la maggior parte dei DSA) con la creazione di mappe concettuali e uso di immagini per riassumere testi scritti. Ne esistono di svariate tipologie, alcune acquistabili presso specifiche case di produzione altri scaricabili gratuitamente da internet.Tra quelli a pagamento alcuni si caratterizzano per l’ottima qualità della voce, per l’intuitività’ di funzionamento e per essere stati ideati e sperimentati direttamente da persone con DSA anche adulte.
- http://www.anastasis.it
- http://www.strumenticompensativi.erickson.it
- http://www.cmaptools.softonic.it
- http://www.leggiperme.it
- http://www.mindmaple.com
Per ulteriori informazioni consultate il sito http://www.aid.it
Durata:
-Incontri individuali: un incontro di un’ora e trenta la settimana.
-Incontri di gruppo: uno/due incontri settimanali di due ore.
È la Scienza Medica che studia il funzionamento del Sistema Posturale ed analizza la relazione tra lo squilibrio del Sistema Posturale e le patologie dell’apparato locomotore.
La malattia posturale insorge durante lo sviluppo infantile in seguito ad una anomala registrazione centrale dello schema corporeo, conseguente allo squilibrio di uno recettori periferici del Sistema Tonico Posturale, generalmente l’occhio, che trasmette al sistema nervoso centrale informazioni asimmetriche e ridondanti. La malattia posturale non può correggersi spontaneamente, perchè il Sistema Tonico Posturale si adatta alle entrate periferiche patologiche e trasmette la asimmetria di tensione muscolare a tutto l’apparato locomotore, mantenendo l’informazione aberrante in un circuito che si autoalimenta e si cristallizza. Da un punto di vista biomeccanico, una alterazione nella simmetria del tono delle catene muscolari è responsabile di sollecitazioni anomale a carico della colonna vertebrale e delle articolazioni periferiche, e favorisce l’instaurarsi di patologie infiammatorie e degenerative dell’apparato locomotore.
La correzione degli squilibri posturali è pertanto la terapia causale di svariate affezioni dolorose (artrosi, ernia discale, cefalea). La diagnosi posturologica consente al medico di individuare, tramite lo studio del tono muscolare, i recettori periferici e le interferenze centrali e periferiche responsabili di uno schema corporeo adattativo inadeguato rispetto ai parametri di normalità. La terapia consiste nella manipolazione dei recettori periferici, finalizzata a modificare, per via riflessa, lo schema corporeo a livello del Sistema Nervoso Centrale, e a ripristinare, nel tempo, la postura corretta.
L’Osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e definita nel 2007 come una medicina basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e trattamento.
L’Osteopatia si basa sul considerare l’essere umano come l’unità di corpo, mente e spirito.
Ogni singola parte del corpo è in grado di interagire con l’insieme attraverso il movimento, cartina al tornasole della qualità della vita e della salute.
Attraverso la sua valutazione (analisi della postura e palpazione) è possibile individuare gli eventuali disturbi su cui intervenire attraverso tecniche manuali in grado di correggere i disequilibri e ripristinare le condizioni fisiologiche del movimento e quindi della salute.
Questa meravigliosa disciplina si basa su un sistema di diagnosi e trattamento che, pur seguendo le scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, etc), non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma si esegue con manipolazioni e manovre specifiche per la prevenzione, la valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano non solo l’apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche cranio-sacrale (legame tra il cranio, la colonna vertebrale e l’osso sacro) e viscerale (azioni sulla mobilità degli organi viscerali).
Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l’osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all’individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.
La sequenza del massaggio infantile AIMI è stata ideata da Vimala McClure negli anni ’70 (fondatrice I.A.I.M – International Association of Infant Massage) ed è una combinazione di esercizi e massaggi ripresi dal massaggio indiano, dal massaggio svedese, dalla riflessologia plantare e dallo yoga.
Non si tratta di una tecnica, ma piuttosto di un modo di “stare” e relazionarsi con il proprio bambino.
I benefici apportati dal massaggio infantile sono molteplici ed interessano sia il bambino che i genitori e, di conseguenza, la famiglia intera.
I benefici per il bambino possono essere considerati da quattro principali punti di vista:
Interazione: il massaggio neonatale favorisce il bonding – l’attaccamento sicuro. Aiuta i genitori nella lettura dei segnali verbali e non verbali del neonato, favorendo un contatto precoce. Il nurturing touch fa coltivare a mamma e papà il rispetto delle emozioni e l’empatia con il proprio bambino.
Stimolazione: attraverso il massaggio per neonati, si concorre allo sviluppo del linguaggio e del tono muscolare. Si favorisce la crescita, si offre stimolazione dei sistemi circolatorio, digerente, ormonale, immunitario, linfatico, nervoso, respiratorio e vestibolare. Si stimola inoltre la connessione neuronale, l’integrazione sensoriale e la percezione di sé.- Sollievo: il massaggio infantile può essere di grande aiuto in caso di fastidi e problemi comuni nei più piccoli. Ad esempio, in caso di coliche intestinali, stitichezza, dolori di crescita, tensione muscolare, fastidi da dentizione o eccesso di muco. Inoltre, può essere un prezioso aiuto in caso di rilassamento della pelle, disorganizzazione del sistema nervoso, tensione fisica e psicologica ed ipersensibilità al tocco.
- Rilassamento: aiuta a regolare il ritmo sonno-veglia e gli stati comportamentali del bambino. Gioca un ruolo di primaria importanza nel favorire la capacità di auto-regolazione, la riduzione degli ormoni dello stress, aumentando invece i livelli degli ormoni del rilassamento. Di conseguenza, il massaggio porta il bambino ad una minore iperattività ed ipersensibilità.
I principali benefici per i genitori e per tutta la famiglia sono indubbiamente una riduzione dello stress ed un maggiore rilassamento. Insieme ad una migliore qualità del sonno.
Massaggiare il proprio bambino può addirittura portare alla mamma una stimolazione della lattazione e aiutare in caso di baby blues e di depressione post-partum vera e propria.
Infatti, questa pratica può davvero aiutare a comprendere il proprio bambino, a leggerne e rispettarne i segnali di apertura e chiusura, migliorando l’autostima della neo-mamma.
Il massaggio neonatale può quindi portare grandi benefici a tutta la famiglia: favorisce senza dubbio un coinvolgimento precoce del papà nell’accudimento del bambino e, in caso di fratelli maggiori, può diminuire la gelosia e portare tranquillità e serenità nell’ambiente familiare.
Infine, se praticato in occasione di un corso di gruppo, dà la possibilità a mamma e papà di incontrarsi e confrontarsi con altri genitori, contribuendo al benessere familiare in un momento così delicato come quello dell’arrivo di un figlio.
Il massaggio infantile non è una pratica invasiva. E’ una semplice sequenza di movimenti che rispetta il ritmo di ognuno.
L’insegnante A.I.M.I. si limitiamo a mostrare la sequenza utilizzando una bambola: non massaggia mai direttamente i bambini. Questo per rispettare la loro relazione intima coi genitori e per rafforzare bonding e attaccamento.
La nostra società a basso contatto, purtroppo, molto spesso ci infonde la “paura” di toccare i bambini: proprio per questo èconsigliabile iniziare quanto prima a massaggiare il neonato!
Questo aiuta molto la relazione e l’autostima genitoriale, infondendo tranquillità e sicurezza all’intera famiglia.